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PARLIAMO DI...






               La cultura della bellezza

               C’era bisogno del libro di Maurizio Spada,  “La cultura della bellezza”, edito da Albeggi
               edizioni. Un libro leggibile da tutti, su un tema, la bellezza, che ultimamente torna a essere
               evocato da alcuni, dopo un sonno profondo, più per un istinto di rigurgito nei confronti
               del degrado che sta fagocitando la nostra civiltà fino a danneggiare le persone, che per
               una piena consapevolezza di cosa sia realmente la bellezza. Il libro di Maurizio Spada
               spiega, con un linguaggio alla portata di tutti, ma  colto, molto ben argomentato, cosa è
               effettivamente la bellezza, quali sono il ruolo e il suo portato nei confronti dell’evoluzione
               dell’umanità, delle risorse che le sono state date in dote fino a discutere dei rapporti tra
               bellezza e giustizia, tra bellezza e violenza. Ci conduce per mano a capire che la bellezza
               è al centro della nostra vita, del nostro essere, della nostra storia. Ridiscute il rapporto tra
               uomo e natura attraverso il superamento della dicotomia tra uomo e natura, generatrice
               di conflitti, prevaricazioni, distruzioni. La bellezza, intesa come forza creatrice che deriva dalla natura, non può che portare
               al rispetto per la vita, a trovare soluzioni che traguardano un futuro che è di tutti. Dunque l’uomo, “in quanto essere naturale
               più evoluto, diventa  creativo quando persegue il benessere in accordo con la natura seguendola e guidandola, secondo il
               paradosso di Edgard Morin”. Questi ragionamenti portano a trovare nuovi fondamenti per l’ambientalismo, al quale manca un
               organico sistema di idee, atte a dare visioni risolutive del mondo e del futuro dell’umanità. Fondamenti rintracciabili in un nuovo
               umanesimo, in cui si ritrovi un’unitarietà tra etica, ecologia, rispetto, superando il brutale funzionalismo, che domina le nostre
               società, e la cui povertà di valori è ostacolo a uno sviluppo realmente sostenibile. Molto altro è presente nel libro, impossibile
               da riassumere per la sua ricchezza, profondità e originalità di pensiero. Un libro che risveglia l’importantissimo desiderio di
               fermarci per pensare.                                                         Gioia Gibelli





            vizio in qualsiasi spazio urbano, alle   di fuori delle caratteristiche di ogni   ne e la proposta di un’etica che non si
            costrizioni e alla prevedibilità delle   luogo nella sua trasformazione con le   fermi solo all’azione di salvaguardia
            strutture urbane del mondo globale.   nuove istanze contemporanee. L’agire   e tutela, ma si rivolga a interrogare la
              Ci si domanda come gli “umani   riconduce l’uomo alla responsabilità   storia nella sua evoluzione, a formula-
            metropolitani totali”, abituati a vivere   della trasformazione di ogni paesag-  re il progetto per il futuro, con l’occhio
            nelle città, vivano la natura. L’uomo   gio, inteso nel suo vero senso ampio:   rivolto a ogni paesaggio come luogo
            urbano che non conosce la natura, nel   mondo umano. I paesaggi, quindi, pro-  complessivo della vita umana”.
            migliore dei casi la maltratta, o la teme:   getto umano, sono una realtà etica con   C’è dunque un legame tra la scien-
            automaticamente è portato a scegliere   la sensibilità e lo spirito del proprio   za del paesaggio e l’estetica: l’agire
            contro di essa.                  tempo: interessa il tessuto urbano, così   riconduce l’uomo alla responsabilità
              Si apre un tema, quello delle scelte,   come quello extraurbano, ambiti di re-  della trasformazione di ogni paesaggio
            che appartiene a un percorso culturale   lazioni umane. Essi presuppongono il   inteso nel suo vero e più ampio senso.
            ed etico che affianca i processi di tra-  significato attivo della contemplazio-  L’etica della natura si manifesta  s
            sformazione dei paesaggi e della società,
            con un grande rischio: che uomini sem-
            pre più “metropolizzati” non possano
            che scegliere opzioni rivolte contro la
            natura, accelerando ulteriormente il
            processo di distruzione e di degrado dei
            paesaggi e, con essi, la VI estinzione  .
                                        (4)
              Ecco che la componente estetica e
            quella culturale del paesaggio, non solo
            sono strettamente legate con la natu-
            ra, ma anche con l’etica incidente, da
            sempre, sulle scelte di trasformazione
            dei paesaggi. In altri termini il rap-
            porto stretto tra natura, paesaggio ed
            etica è stato magistralmente affrontato
            dal punto di vista filosofico da Venturi                                                       PIXABAY.COM
            Ferriolo   che ha evidenziato gli stret-
                   (10)
            tissimi rapporti tra etica ed estetica e   Le forme organiche e morbide della natura, concentrate nei parchi urbani,
                                             si contrappongono allo skyline fatto di linee verticali e orizzontali.
            tra etica e progetto di paesaggio.   The organic and soft shapes of nature, concentrated in urban parks, contrast
              “Non c’è progetto senza etica, al   with a skyline made up of vertical and horizontal lines.

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