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PARLIAMO DI...





             t   La cultura urbana, privata di   I paesaggi contemporanei sono il ri-  razionalizzazione delle forme sulle
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            un’etica della terra   ormai lontana,   sultato di un divorzio: l’uomo da una   regole geometriche dell’architettura
            ha intensificato la vulnerabilità dei pa-  parte, la natura dall’altra. Anche l’ar-  contemporanea che, quasi sempre, con-
            esaggi urbani ed extraurbani a causa   te se ne è accorta: le opere della serie   trastano con le esigenze dei processi
            dell’urbanizzazione dilagante, dell’in-  l’Antropocene della pittrice Shelley   naturali e con la produzione di servi-
                                                  G)
            quinamento e, in generale, delle pres-  Heffler   rappresentano in modo effi-  zi ecosistemici di qualità.  Dobbiamo
            sioni antropiche e del depauperamento   cace questa complessità introducendo   tornare consapevoli che la linea retta
            delle risorse iniziali, della perdita del   nella rappresentazione artistica il tema   imprigiona la natura. Bernard-Henry
            senso di appartenenza ai luoghi e del-  della frammentazione, una delle novità   Lévy ha messo il dito nella piaga in una
            la cultura della natura da parte delle   dei paesaggi contemporanei che carat-  sua meditazione sui parchi di Ginevra
            popolazioni. Ciò rende più critici gli   terizza il nostro secolo, e non solo per   come elementi innaturali del paesag-
            effetti dei cambiamenti globali oltre a   quanto riguarda gli aspetti fisici, il pa-  gio cosiddetto “antropico”. Essi sono
            ridurre le capacità di adattamento dei   esaggio e la biodiversità.   estremamente curati, fino a diventare
            sistemi socio-ecologici.          La frammentazione si è insinuata   un’espressione anti-naturale di una na-
              Il paesaggio italiano, universalmente   nelle menti, nel pensiero e nel linguag-  tura impossibilitata a rigenerarsi spon-
            conosciuto per la sua bellezza, è oggi   gio, nelle discipline, nella formazione e   taneamente. Scrive il filosofo francese:
            caratterizzato da strade, svincoli, in-  nelle amministrazioni pubbliche sem-  “Non conosco niente di meno naturale
            frastrutture, edifici ovunque, esistenti   pre più settoriali che, per questo, sono   di quegli spazi verdi”.
            o in costruzione, luoghi in abbando-  sempre meno adatte alla gestione della
            no, aree residuali, rappresentativi di   complessità.            Gli umani metropolitani
            una sorta di caos dove molte funzioni   L’estetica geometrica dominante si   Quanto ai nuovi elementi dei pa-
            si contrappongono conflittualmente.   basa su linee essenziali prevalentemen-  esaggi dell’Antropocene, forse i più
            Qui, elementi affatto diversi, spesso   te rette o spezzate, numericamente de-  emblematici sono i grandi centri com-
            funzionalmente incompatibili tra loro,   scrivibile, frutto dell’immagine menta-  merciali e le aree abbandonate, siano
            si contrappongono, sovrappongono,   le delle geometrie dei paesaggi urbani   esse urbane o rurali, o i cerchi glaciali
            si aggiungono o spariscono. Ciò cor-  dell’ultimo secolo, dai quali le forme   non più occupati dai ghiacci. I primi
            risponde a una modifica dei bisogni   organiche della natura sono rimaste   in particolare, strutture figlie della
            rispetto a quelli che determinavano le   escluse. Queste si ritrovano, saltuaria-  competizione economica e territoria-
            trasformazioni dei paesaggi naturali in   mente, nei parchi dove si concentrano   le, stanno modificando la ricerca del
            paesaggi rurali, attraverso le pratiche   gli elementi della natura urbana. An-  benessere in quanto non nascono da
            agricole sostenibili.            che qui è in corso una tendenza alla   un bisogno, ma per generare bisogni.
                                                                             Sono strutture non più progettate per
                                                                             vendere, ma per trattenere le persone.
                                                                             Le fasce più deboli e fragili della po-
                                                                             polazione vi si recano, comprano di-
                                                                             vertimento e collegano il momento di
                                                                             benessere alla disponibilità a spendere:
                                                                                                       (3)
                                                                             si crea una dipendenza dal denaro  .
                                                                              Questi nuovi paesaggi artificiali
                                                                             dell’Antropocene incidono profonda-
                                                                             mente sulla formazione della persona
                                                                             e delle future popolazioni, creando
                                                                             bisogni, nuove estetiche, dipendenze.
                                                                             L’involucro della struttura isola dalla
                                                                             natura che, per quanto fortemente ad-
                                                                             domesticata, torna a essere selvaggia,
                                                                             come nei secoli passati, nella percezio-
                                                                             ne di chi non la conosce.
                                                                              Il paesaggio dell’Antropocene acqui-
                                                                           PIXABAY.COM  sisce un valore nuovo, profondamente
                                                                                                 H)
                                                                             etico: quello della gratuità   , del bene
            Privati di un’“etica della terra” i paesaggi urbani rischiano di generare solo   comune, dello “stare liberamente in un
                                   ,
                                                                             luogo”, del fruire e godere dello spazio
            senso di non appartenenza, provocando nei cittadini disaffezione e alienazione.
            Deprived of an “ethics of the land”, urban landscapes risk generating only a   e della sua mutevolezza, in opposizione
            sense of non-belonging, causing disaffection and alienation in citizens.  alla necessità di pagare qualsiasi ser-
                                                                                             ACER 4/2022 • 26
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