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ARBORICOLTURA
Nelle fasi di infanzia e giovinezza
l’equilibrio ormonale dell’albero risulta FIGURA 6 - EVOLUZIONE MORFOFISIOLOGICA DEL FUSTO
fondamentale nel garantire il raggiun-
gimento degli obiettivi morfologici, Stadio 4/D Stadio 6/F Stadio 9/J
ovvero la “costruzione” dell’individuo, Mortalità centrale Durame
mentre gli aspetti meccanici ed energe- del tronco (durame) (morto/cariato)
tici appaiono di fatto marginali. Branche Branca morta
legata
Nella fase di pienezza, l’equilibrio collegate al durame
meccanico risulta fondamentale nel ga- Tronco al durame Tronchi
deperenti
cilindrico
rantire la stabilità dell’esemplare, men- secondari
tre gli aspetti ormonali e quelli energe-
tici sono di fatto meno importanti. Tronchi
Nelle fasi di maturità e di vecchiaia, secondari Colonna
infine, diviene fondamentale l’equilibrio cambiale Stipite Ponti
basipeta
cambiali
energetico, mentre tanto gli aspetti or- Abbozzo Colonne
cambiali
di stipite
monali che quelli meccanici risultano Radice Sviluppo
sostanzialmente marginali, almeno alla fascicolata Abbozzo di radici Contrafforte
fascicolate
contrafforte
scala dell’esemplare nel suo complesso. cilindrica
La prevalenza relativa di uno degli
aspetti sugli altri configura condizioni
di potenziale, pur se fisiologica, “fragi- Fittone
lità” dell’albero. Va tuttavia evidenziato vigoroso Deperimento fittone Fittone (morto/cariato)
come eventuali carenze o alterazioni
ormonali nelle fasi di infanzia e giovi-
nezza, così come i problemi meccanici
nella fase di pienezza, possano essere continuità anatomico-funzionale con il cava. Il tronco primario ha ormai perso
parzialmente compensati o risolti grazie fittone; in questo caso si parla di orga- completamente l’originaria circolarità
a modifiche di tipo adattativo, corretti- nizzazione unitaria del fusto. della sezione trasversa, risultando co-
vo o riparativo. Al contrario, problemi Nella fase di giovinezza e nella pri- stituito da una molteplicità di colonne
di natura energetica che intervengano ma parte della fase di pienezza il fusto cambiali periferiche reciprocamente
nelle fasi di maturità o di vecchiaia ri- risulta costituito sia da tessuti metabo- approssimate. Seguendo il succedersi
sultano potenzialmente fatali. licamente attivi che da tessuti durami- dei processi reiterativi totali, anche gli
In tal senso, pur riconoscendo una ficati. Grazie a incrementi differenziali stipiti, le colonne cambiali e i contraf-
profonda sinergia tra i diversi aspetti in sezione trasversa, iniziano a crearsi forti si frazionano ulteriormente, mol-
dell’equilibrio dinamico dell’albero, collegamenti preferenziali, detti colon- tiplicando selettivamente i rapporti tra
appare evidente come si possa parlare ne cambiali, tra i tronchi secondari rei- parti della chioma e dell’apparato ra-
di una sorta di “primato energetico”. terati costituenti la chioma permanente dicale. Si formano anche collegamenti
e le radici fascicolate in fase di rapi- cambiali trasversali, i ponti cambiali,
Modularità di terzo livello: do sviluppo; il tronco primario inizia tra colonne attigue.
l’evoluzione del fusto quindi a perdere la primitiva circolarità Non di rado gli spazi tra i contrafforti
Le diverse fasi sono caratterizzate da del profilo esterno. Le colonne cambiali consentono l’accesso alle cavità inter-
una stretta e specifica relazione morfo- si collegano ai tronchi secondari tra- ne e divengono punti privilegiati per
logica e funzionale tra porzione epigea mite gli stipiti e alle radici fascicolate la fruttificazione degli agenti fungini
e ipogea dell’albero. Questa relazione, tramite i contrafforti: si parla di orga- responsabili della cavitazione stessa.
tuttavia, si attua tramite il fusto, per il nizzazione orientata del fusto. Al termine della fase, all’interno del-
quale è dunque possibile tracciare un Nella fase di maturità il fusto risulta le cavità, compaiono radici avventizie
analogo percorso di evoluzione morfo- costituito da uno strato più esterno di perlopiù originate dalla base delle
fisiologica (FIGURA 6). tessuti metabolicamente attivi ma, so- grandi branche permanenti: si parla
Nella fase di infanzia il fusto, tipi- prattutto, da tessuti interni duramificati. di organizzazione suddivisa del fusto.
camente caratterizzato da una sezione Fanno il loro esordio processi degenera- Nella fase di vecchiaia il fusto risulta
trasversa circolare, risulta perlopiù tivi a carico dei tessuti del colletto, per- costituito ormai solo dal concorso delle
costituito da tessuti metabolicamen- lopiù in risalita da ciò che resta del com- diverse colonne cambiali, a loro volta
te attivi, privi di rapporti privilegiati plesso fittonante; tali processi tendono suddivise in numerose sotto-colonne e
con le branche laterali, peraltro ancora poi ad accentuarsi, interessando anche reciprocamente collegate tramite pon-
afferenti alla chioma temporanea e in la parte prossimale del fusto, che diviene ti trasversali sempre più vigorosi. s
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