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ARBORICOLTURA




            Crescita, sviluppo                La crescita secondaria, cui spetta   spaziale dell’albero detta modello ar-
            e modularità                     invece il compito di amplificare le po-  chitetturale, sorta di minimo comune
              La transitorietà della forma arborea   tenzialità di conduzione degli assi e dei   denominatore della forma arborea.
            può essere declinata in termini di crescita   sistemi ramificati, consiste in una suc-  Quando il modello architetturale viene
            (la variazione dimensionale dell’albero   cessione concentrica di moduli formati   dettagliato al livello di una particolare
            nel tempo) e di sviluppo (la modifica   a partire dal cambio. Riferendosi alla   specie arborea, prende il nome di unità
            del livello di organizzazione dell’esem-  sezione trasversa degli assi, tali moduli   architetturale (FIGURA 3, pag. 29).
            plare al variare delle sue dimensioni)   sono detti anelli annuali.   L’unità architetturale descrive quin-
            (FIGURA 1). Entrambi rispondono al                               di il giovane albero all’esordio del suo
            principio di modularità, riconoscibile a   Modularità di secondo   percorso morfogenetico individuale
            diversi livelli della forma arborea, secon-  livello: la reiterazione  (ontogenesi), che si articola seguendo
            do il quale gli alberi sono costituiti da   In un sistema ramificato gli assi si   il principio di modularità. Si tratta in
            elementi anatomici e funzionali discre-  organizzano nello spazio e nel tempo   tal caso di una modularità di secondo
            ti detti moduli. I moduli, il cui numero   seguendo regole gerarchiche che dipen-  livello, di fatto legata allo sviluppo.
            varia nel tempo anche in risposta alle   dono sia dalle loro reciproche relazioni   Innanzitutto, l’unità architetturale
            contingenze ambientali, rispondono ad   ormonali, come la dominanza apicale,   “amplifica” le sue capacità biologiche
            alcuni requisiti comuni che sottendono   che da quelle energetiche e meccaniche.  attraverso la produzione di elementi
            all’organizzazione arborea: autosimilari-  Gli assi di un sistema ramificato si di-  che, seguendo il requisito di autosimi-
            tà, ridondanza, surrogabilità e resilienza.  stinguono in ragione della loro rilevanza   larità, ripropongono una parte discreta
                                             gerarchica assoluta in:         dell’unità architetturale stessa. Questo
            Modularità di primo livello:     •  tronchi, cioè assi dominanti perlopiù   processo prende il nome di reitera-
            la crescita                       verticali (ortotropi) oppure inclinati   zione parziale. In un secondo tempo,
              La modularità di primo livello si   con angolo modesto e a loro volta ra-  sempre in ossequio al requisito di au-
            esprime innanzitutto attraverso la cre-  mificati in tutte le direzioni (isotoni);  tosimilarità, su quella che era l’unità
            scita, primaria e secondaria. Quella pri-  •  branche, cioè assi variamente domi-  architetturale compaiono dei complessi
            maria, cui spetta il compito di occupare   nati perlopiù orizzontali (plagiotro-  ramificati che ripropongono nella sua
            lo spazio, consiste in una successione   pi) e ramificati solo su un piano oriz-  integrità tutta l’unità stessa. Questo
            lineare di moduli, detti fitomeri, forma-  zontale o verticale; nel primo caso   processo, che “moltiplica” le capacità
            ti a partire dalle gemme (FIGURA 2).   si parla di anfitoni, nel secondo di   biologiche dell’albero, prende il nome
            Quando la loro successione è affidata   ipotoni o epitoni.       di reiterazione totale.
            all’attività della sola gemma apicale   Combinando tra loro diversi carat-  I due tipi di reiterazione, reciproca-
            si ottiene un asse. Quando entrano in   teri propri dei tronchi e delle branche,   mente integrati, permettono di descri-
            attività anche le gemme ascellari si ha   arricchiti dalle possibili declinazioni   vere l’evoluzione dell’albero in modo
            invece un insieme di assi interdipen-  dei loro reciproci rapporti qualitativi   logico, consequenziale, coerente e pre-
            denti, tra loro reciprocamente correlati   e quantitativi, si ottiene una schema-  vedibile, generando una successione
            in un sistema ramificato.        tica descrizione dell’organizzazione   morfologica detta sequenza di sviluppo.



        FIGURA 1 - CRESCITA, SVILUPPO E MODULARITÀ              FIGURA 2 - MODULARITÀ DI PRIMO LIVELLO:
                                                                CRESCITA PRIMARIA E SECONDARIA
       Spazio:
       crescita                                                                           Crescita
                                                                                          primaria






                                                                  Fitomero



                                                      Tempo
                                                                                     Crescita
                                                                                     secondaria
                                                                                                       Crescita primaria
              Organizzazione:      Quercus pubescens. Fonte V. Capodarca                                 (midollo)
              sviluppo
                                                                           A. hippocastanum. Fonte G. Morelli  Acer saccharinum. Fonte G. Morelli
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