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OSSERVATORIO CIC Analisi dei manufatti usati in Italia per la raccolta dell’umido
Un ritmo ancora troppo lento
Testo di Jenny Campagnol, Alberto Confalonieri e Gianluca Longu, Consorzio Italiano Compostatori
Un monitoraggio decennale del Cic rivela come, nonostante il ricorso a manufatti compostabili sia salito
dal 44% del 2011 al 63,4% del 2020, oltre un terzo dei sacchetti usati dalle utenze domestiche e collettive
per differenziare la frazione umida sia ancora oggi costituito da sacchetti di plastica non compostabile
a corsa all’inseguimento di un’economia sempre
Lpiù circolare ha il polso del suo andamento nell’a- FIGURA 1 - EVOLUZIONE DEI TIPI DI SACCHETTI USATI
nalisi dei rifiuti prodotti. Con i 7,3 milioni di tonnellate IN ITALIA PER LA RACCOLTA DELL’UMIDO (2011-2020)
raccolti nel 2019, i rifiuti organici, di gran lunga la Pe Pa-oxo Bio Carta
principale frazione derivante da raccolta differenziata 70
(Rd), sono l’elemento chiave della gestione dei rifiuti 65
urbani. La qualità dei rifiuti raccolti, non ci si stanche- 60
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rà mai di sottolinearlo, è determinante per il conse- 50
guimento di soddisfacenti prestazioni di riciclaggio, 45
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dal momento che le impurità presenti abbassano in Percentuale (%) 35
modo rilevante l’efficienza operativa degli impianti di 30
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compostaggio e digestione anaerobica, e incremen- 20
tano sensibilmente i costi operativi. Al fine di ridurre 15
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il più possibile la presenza di plastiche, il nemico nu- 5
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mero uno del recupero dei rifiuti organici, dal 2010 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
la normativa italiana sui rifiuti ha introdotto l’obbligo
di utilizzo di sacchetti compostabili per la raccolta. Anno VII
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Pe = Polietilene. Pa-oxo = Plastica additivata oxo-degradabile. Bio = Plastica compostabile
Sacchetti... e comportamenti certificata. Carta = Carta compostabile. (Elaborazione Cic su dati Ispra). AQ
Dal 2011 il Cic ha avviato un serrato programma
di monitoraggio delle diverse tipologie di manufatti
impiegati per la raccolta della frazione umida da parte delle utenze plastica compostabile (crescita media di 1,9 % all’anno). Le ragioni
domestiche e collettive: il dato più recente, al 2020, evidenzia come, sono molteplici e solo in parte connesse agli obblighi di legge relativi
a oltre dieci anni dall’entrata in vigore della norma, oltre un terzo dei alla Rd; concause vanno ricercate nell’aumento della disponibilità di
manufatti usati per la Rd della frazione umida sia ancora costituito shopper compostabili sul mercato per il progressivo divieto di com-
da sacchetti di plastica non compostabile. Dei passi avanti sono stati mercializzazione dei sacchetti per asporto merci in plastica e, dal
fatti: i manufatti compostabili sono passati dal 44% del 2011 al 63,4% 2018, del divieto di utilizzo di sacchetti in plastica ultraleggeri (quelli per
del 2020, incremento sensibile ma troppo lento rispetto alle ambizioni. l’ortofrutta) e la loro massiccia sostituzione con gli omologhi in plastica
La Figura 1 illustra l’evoluzione delle principali famiglie di sacchetti compostabile. La quota di sacchetti in carta, d’altra parte, si mantiene
censiti raggruppati per materiale compositivo (polietilene, plastica costante negli anni intorno allo 0,6%, con una punta dell’1% nel 2012.
additivata oxo-degradabile, plastica compostabile e carta): si osser- I dati mostrano inoltre una progressiva sostituzione dei sacchetti
va il progressivo e relativamente costante aumento dei sacchetti in in plastica additivata oxo-degradabile, per un certo periodo erro-
L’evoluzione della normativa relativa ai sacchetti compostabili
Con la Legge Finanziaria del 2007 (L. 296/2006) si avvia un programma sperimentale di progressiva riduzione della
commercializzazione di sacchi per l’asporto delle merci non biodegradabili, fino a un divieto a decorrere dal 1° gennaio
2010 (poi spostato a gennaio 2011 con la L. 102/2009). Nel 2010 si introduce nel Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/06)
l’obbligo di effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti organici esclusivamente mediante contenitori a svuotamento
riutilizzabili o sacchetti certificati ai sensi della norma Uni En 13432:2002. Con la Legge 28 del 2012 (conversione del
D.L. 2/2012) si identificano con maggiore precisione i sacchetti per l’asporto merci oggetto di divieto di commercializ-
zazione e si introducono finalmente, a decorrere dal 31 dicembre 2013, sanzioni per i trasgressori.
Con il Decreto Legge n. 91 del 20 giugno 2017 (legge di conversione 3 agosto 2017, n. 123), che recepisce la Direttiva
UE 2015/720 e abroga la precedente disciplina (D.L. 2/2012), si conferma il divieto di circolazione degli shopper di
plastica non riutilizzabili e, a partire dal 1° gennaio 2018, dei sacchetti ultraleggeri usati come imballaggio primario per
alimenti sfusi o forniti a fini igienici (reparti ortofrutta, panetteria, gastronomia, macelleria pescheria ecc.), quelli che
nei monitoraggi del Cic sono denominati sacchetti ortofrutta.
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