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Nel Bosco Vecchio, la Castelluccia
è un'antica torre trasformata
in castello in miniatura a pianta
ottagonale con fossato e ponti levatoi.
In the old Wood, the Castelluccia is
an ancient tower that has been turned
into a miniature castle on an octagonal
plan, with moat and draw bridges.
re informazioni che semplificano la
programmazione futura e facilitano
l’applicazione di soluzioni funzionali
e attuali con cui conservare l’idea origi-
naria del giardino in maniera più soste-
nibile. Presupposto fondamentale per
sfrutti la portata d’acqua dell’Acquedotto del verde storico, grazie alla quale af- la redazione del piano è stata l’indivi-
Carolino e la naturale pendenza del Parco, frontare e prevenire anche gli effetti del duazione di diverse unità di gestione,
annullando il ricorso all’energia elettrica. cambiamento climatico che, sempre più ciascuna con specifiche esigenze ma-
di frequente, causa danni gravissimi al nutentive e relativo cronoprogramma.
Il piano di gestione patrimonio vegetale. Inoltre, incorag- L’utilizzo della georeferenziazione e
e conservazione gia una maggiore sensibilità verso il te- di un database da aggiornare costan-
In termini puramente operativi è sta- ma del rispetto dell’ambiente con scelte temente garantirà la puntuale disponi-
to adottato un piano di gestione trien- ecologicamente corrette. L’obiettivo è bilità di informazioni ed esperienze a
nale del Parco per delineare in maniera quello di conseguire una pianificazione cui attingere contribuendo all’adozio-
organica la nuova politica che la Reggia tecnica ottimale delle attività manuten- ne di scelte corrette.
di Caserta intende perseguire su medio tive e dei reintegri, compatibili sia con
e lungo termine. Il piano triennale, in- la natura del luogo che con l’utilizzo Pnrr: la grande
novativo e sperimentale per un Museo produttivo e moderno del Parco. opportunità
del Mic, esprime la necessità di avviare Il piano di gestione triennale, inol- Il Museo Reggia di Caserta rientra
una gestione pragmatica e innovativa tre, consente di acquisire e conserva- tra i soggetti attuatori degli inve- s
Monumenti viventi e ricerca botanica
Il Parco della Reggia di Caserta custodisce un immenso patrimonio botanico che include alberate di pregio e un
cospicuo numero di alberi dichiarati monumentali dal Mipaaf ai sensi della Legge 10 del 14.1.2013 - art 7 e 7 bis - in
materia di Disposizioni per la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di partico-
lare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale e dei boschi vetusti. Il riconoscimento di
questo valore è legato alla presenza di uno o più parametri di particolare importanza quali età, dimensioni, forma
o portamento particolari, architettura vegetale, rarità botanica, valore ecologico, o storico-culturale e religioso, o
paesaggistico. Attualmente, la Regione Campania ha censito 38 unità monumentali, per 75 alberi totali, includendo
esemplari singoli e filari, dalle otto piante di Cinnamomum camphora alle 25 di Quercus ilex del Bosco Vecchio, e
insiemi omogenei come quelli costituiti da due Magnolia grandiflora della Castelluccia e due Ceiba speciosa della
Serra monumentale del Giardino Inglese.
Questi due esemplari furono coltivati in vaso fin dal 1840 e poi allevati in piena terra dal 1872 nella Serra grande
che Nicola Terracciano fece costruire proprio per acclimatarli e avviare una vera e propria sperimentazione volta a
sfruttare nell’industria tessile la fibra presente intorno ai semi (detta "kapok" e usata per le imbottiture). L’elenco degli
alberi monumentali include anche l’unico Buxus sempervirens secolare rimasto lungo le sponde del laghetto delle
ninfee, due esemplari di Maclura pomifera dal caratteristico portamento sdraiato, un antico Eucalyptus camaldulen-
sis e un Platanus x hispanica dall’architettura vegetale inconsueta. Tra i più vetusti rientrano un esemplare di Cordia
francisci messo a dimora nel 1786, e lo spettacolare Taxus baccata del Bagno di Venere, di dimensioni eccezionali,
in una caratteristica posizione a ridosso di una grande roccia; fu lo stesso botanico John Andrew Graefer (box nella
pagina seguente) a deciderne la collocazione e a volere la cascatella artificiale che sembra sgorgare dalle sue radici.
Accanto agli alberi monumentali, i giardini della Reggia ospitano moltissimi esemplari di pregio la cui presenza è
spesso legata alla parziale conversione del Giardino Inglese in orto botanico fin dai primi decenni del XIX secolo.
La ricchezza e la rilevanza scientifica delle collezioni costituiscono un tratto distintivo dell’identità dei giardini della
Reggia, in cui molti degli esemplari più antichi continuano a vegetare.
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