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PARLIAMO DI...
Nel comune di Baone (PD), da secoli era
presente una quercia monumentale. ARBORICOLTURA DI ACCOMPAGNAMENTO
L’albero era molto noto alla collettività
che lo ospitava per le sue peculiarità
botaniche, anagrafiche ed estetiche, ma
anche perché ritenuto, senza certezza,
testimone di drammatiche vicende
avvenute in quei luoghi. Si diceva che
durante il secondo conflitto mondiale ai
piedi dell’albero le truppe naziste avevano
forse fucilato alcuni partigiani.
Fino al 2010, la quercia, che godeva di
buon vigore vegetativo, è stata seguita
secondo i principi dell’arboricoltura
di accompagnamento. Questa
arboricoltura, eventualmente supportata
da accertamenti circa la stabilità, prevede
di seguirne la naturale evoluzione
morfofisiologica, assecondando o
anticipando i processi di ricambio della STEFANIA GASPERINI, GIOVANNI MORELLI
massa rameale e prevenendo eventuali
incipienti problematiche strutturali.
Nel caso specifico, scopo di questi
interventi era la leggera anticipazione
dei naturali processi autoriduttivi della
chioma già da tempo in atto.
s dell’uomo con la natura. Nascevano nifestata una nuova sensibilità, frutto di Conta la quantità, ovviamente, ma
così orti, broli e giardini, cibo dell’anima considerazioni di carattere ecologico e conta soprattutto la qualità del patrimo-
oltre che del corpo. Per alcune migliaia di ambientale, che vede nell’incremento nio arboreo, intesa come capacità degli
anni questa situazione si limitò ad evol- quantitativo e qualitativo della com- alberi di esprimere un’offerta in termini
vere lentamente, seguendo il ritmo delle ponente arborea in ambito urbano una di servizi ecosistemici. Su questa base
innovazioni tecnologiche e delle vicende delle più efficaci e sostenibili risposte si possono delineare strategie di lungo
socio-culturali. alle drammatiche contingenze climati- periodo in grado di migliorare i bilanci
Solo negli ultimi secoli, a partire dal- che che stiamo sperimentando. Si parla ambientali, per esempio sostituendo ciò
la rivoluzione industriale, attraverso il di mitigazione termica, di abbattimento che non viene più considerato “efficien-
progressivo inurbamento, per giungere degli inquinanti, di controllo delle ac- te” con ciò che lo è; un albero giovane,
infine alla “società del terziario”, l’evi- que meteoriche, di benefici sanitari e per dire, è più efficiente di un albero
denza della nostra dipendenza diretta psicologici, ovvero di generale miglio- vetusto. Seguendo questi principi appare
dall’elemento naturale si è fatta sempre ramento della qualità della vita. La vita non solo sensato, ma auspicabile sosti-
più trasparente, fino a scomparire. Non degli uomini, ovviamente. tuire ciclicamente gli alberi in ambito
si è trattato solo di un cruciale passag- Tutto ciò potrebbe apparirci incorag- urbano, condannandoci a un mondo di
gio percettivo o esperienziale, ma anche giante, se non fosse che siamo finiti - giovani alberi.
emotivo, culturale, sociale e professiona- sorta di ultimo passo sul sentiero che ci Siamo caduti nella trappola antropo-
le. Potemmo definirlo come il risultato di ha condotto lontano dalle foreste della centrica: tutto pare logico e sostenibile,
un colossale cambio di priorità. nostra infanzia preistorica - in una sorta ma ancora una volta al centro del ragio-
Oggi, in effetti, dipendiamo dall’ete- di trappola antropocentrica. namento c’è sempre e solo l’uomo.
rogenea offerta di servizi che il conte- Due sono le criticità che emergono
sto antropizzato ci offre; tutto ciò che La trappola con prepotenza.
può arrecare disturbo all’efficienza del antropocentrica La prima riguarda gli esseri umani ed
sistema non può che assumere una ac- La questione è semplice. I vantaggi è di ordine culturale. Gli alberi non solo
cezione negativa. Improvvisamente ci diretti e indiretti che derivano dalla pre- hanno nutrito, protetto e sfamato i nostri
accorgiamo che gli alberi “sporcano”, senza di alberi nei consessi antropizzati antenati, ma ne hanno popolato le leg-
sono “pericolosi”, intralciano a vario ti- sono scientificamente acclarati, anche se gende, le tradizioni e i sogni. Un relitto
tolo le nostre attività, interferiscono con non sempre di immediata comprensione di queste ataviche relazioni rimane per
la nostra presunzione di controllo del per i profani. Viste le loro eterogenee ri- esempio nel concetto di albero monu-
mondo: siamo rapidamente passati dalla cadute sulla nostra società, tali vantaggi mentale: simbolo, narrazione e testimo-
dipendenza all’indifferenza e, da questa, si rivelano efficacemente monetizzabili, nianza delle vicende umane prima anco-
all’intolleranza. Il distacco è compiuto. cioè esprimibili in termini di un più o ra che fenomeno biologico. Ridurre gli
Da qualche decennio si è tuttavia ma- meno complesso bilancio economico. esemplari arborei a “fornitori” di servizi
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