Page 11 - Paesaggio Annual 2015
P. 11
PAESAGGIO ANNUAL
Volontari al lavoro nel cantiere; un vecchio manufatto per la gestione delle acque. Sotto, un nuovo filare di cipressi neri segna la via.
restauro del paesaggio non si è limitata aspetti fondamentali del progetto è stato dimora piante da frutto, antiche cultivar ▼
alla sola ricostituzione del percorso di perciò la ricostituzione di frammenti di una volta diffuse nei contesti montani
pietra, ma si è indirizzato verso altri due quel pregevole paesaggio agrario, ben dell’Italia centro-settentrionale oggi inve-
aspetti di importanza nevralgica. Da una documentato dall’iconografia storica e dai ce a rischio di scomparsa, con l’obiettivo
parte, infatti, si è provveduto al ripristino catasti preunitari, che che caratterizzava di ricostruzione di una sorta di piccola
degli ingegnosi sistemi di regimazione l’Appennino romagnolo almeno fino antologia di questo paesaggio della memo-
delle acque meteoriche (fossi di scolo, all’inizio del Novecento, e la valorizza- ria, ma anche di un riconoscimento dei
canalette, depositi) fondamentale per la zione dei segni materiali connessi alle valori propri dell’economia agricola della
tutelo idrogeologica del territorio, mentre antiche forme di uso del territorio. montagna appenninica, nella prospettiva,
dall’altra, si è agito sulla componente non troppo utopistica, di un suo recupero.
vegetale del paesaggio. L’intervento sui soprassuoli vegetali ha
riguardato soprattutto il taglio selettivo di I giovani alberi, provvisti di targa iden-
Il paesaggio agrario piante non autoctone in fregio alla mulat- tificativa, sono inviti alla conoscenza diret-
Occorre infatti rilevare come il progres- tiera (in particolare pino nero e cipresso ti sia ai cittadini, sia ai turisti che percor-
dell’Arizona), in modo da agevolare lo rono la strada. Le piante da frutto “della
sivo spopolamento e la contemporanea sviluppo di latifoglie locali già presenti, memoria” che scandiscono questo trat-
dismissione delle pratiche agricole, feno- come per esempio le grandi roverelle
meni che si sono verificati a partire dagli poste attorno all’area detta “La Madonni-
anni Quaranta fino allo scorcio del secolo na”, oppure giovani piante proprie del
scorso, uniti alle azioni di rimboschimen- contesto fitoclimatico (roverella, cerro,
to massivo, abbiano prodotto un’omolo- farnia, acero campestre, carpino nero,
gazione del paesaggio in diverse aree ciliegi); sono stati inoltre messi a dimora
dell’Appennino. Nel caso del colle di alberelli delle stesse specie.
Corzano sono stati indeboliti i valori
semantici rappresentati da quegli elemen- La memoria
ti che disegnano il paesaggio e gli danno Un intervento progettuale a più spicca-
forma, come per esempio terrazzamenti a
secco, siepi, reticoli di viabilità poderale, ta intenzionalità didattica ha avuto luogo
fossi, colture promiscue alternate ad aree invece nel tratto compreso fra l’interse-
boscate. Contemporaneamente questa zione della mulattiera con la viabilità
grossolana e generalizzata specializzazio- moderna e l’area di sosta con lo spazio di
ne dei soprassuoli ha significato un inde- sosta gradonato realizzata accanto a un
bolimento dei valori ambientali, soprattut- vecchio pilastrino devozionale. Alla
to come perdita di biodiversità. Uno degli sommità della scarpata posta a monte del
percorso selciato sono state messe a
9 • PAESAGGIO ANNUAL