La moria del carpino in Lombardia – conferenza stampa |
Negli ultimi anni sono stati segnalati, in diverse regioni italiane, casi di deperimenti e morie di carpino bianco (Carpinus betulus L.), che stanno mettendo a rischio l’esistenza di questa specie arborea autoctona soprattutto in Lombardia, dove in oltre venti località ne è stata riscontrata la moria. Per contrastare questo preoccupante fenomeno, e preservare così una delle specie più rappresentative della flora lombarda, l’Associazione dimore storiche italiane (Adsi) ha deciso di finanziare una ricerca del Dipartimento di protezione dei sistemi agroalimentare e urbano e valorizzazione della biodiversità (Dipsa) della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano. Questa iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta il 31 marzo presso la presidenza della facoltà, alla presenza dei principali attori coinvolti nell’accordo, e di alcuni proprietari di dimore storiche nelle quali è stata riscontrata la moria del carpino. In questa occasione sono stati sottolineati, dal prof. Paolo Cortesi, vicedirettore del Dipsa, il valore della salvaguardia del patrimonio del verde legato alle dimore storiche, e, dal dott. Giovanni Sala, l’importanza del contatto tra le ricerche universitarie e il quotidiano, spesso trascurato. L’ing. Camillo Paveri Fontana, presidente dell’Adsi - sezione Lombardia, ha ricordato come questo studio sarà finalizzato anche a fornire utili informazioni ai proprietari di giardini su come riconoscere la malattia e, se possibile, prevenirla. Giacomo de Vito Piscicelli, Adsi, ha parlato del cambiamento del contesto ambientale che inevitabilmente subiscono gli alberi messi a dimora nell’Ottocento, e dei principali fattori dei quali si deve tener conto nella gestione delle dimore storiche: la difesa dei rapporti con il contesto ambientale e urbanistico, la pianificazione delle essenze venute a termine e la manutenzione corrente. Infine il prof. Giuseppe Carlo Lozzia e il prof. Marco Saracchi (Dipsa) hanno delineato i caratteri della ricerca. La prima fase sarà costituita da un monitoraggio dei giardini storici e delle loro principali avversità, per avere una visione generale, all’interno della quale la patologia del carpino non sarà la sola affrontata, anche se sarà la prima. In seguito si cercherà di individuare genere e specie dei due patogeni fungini che determinano la moria del carpino, la predominanza di uno sull’altro, se esiste, e la loro modalità di diffusione nell’ambiente. Tutto questo finalizzato a trovare una modalità di prevenzione contro la patologia, riconducibile ai cancri. Appuntamento quindi tra un anno e mezzo, con una pubblicazione del Dipsa con le linee guida per una prevenzione e diagnosi precoce della moria del carpino, e con un convegno che illustrerà i risultati dei lavori. |
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